Algorethics: l'AI secondo Papa Francesco
In un articolo precedente abbiamo cercato di fare chiarezza sull'AGI, l'ultimo stadio evolutivo dell'AI. Ma quali sono le implicazioni etiche dell'innovazione tecnologica? Inauguriamo oggi Algorethics, la rubrica dedicata alle voci più influenti nel dibattito etico sull'intelligenza artificiale. E chi meglio di Papa Francesco – che negli anni si è imposto come leader etico nel settore in rappresentanza del Vaticano – per dare avvio a questa serie?
Deus ET machina
Parlare di tecnologia è parlare di cosa significhi essere umani e quindi di quella nostra unica condizione tra libertà e responsabilità, cioè vuol dire parlare di etica. (Papa Francesco)
Il 14 giugno 2024 il pontefice ha tenuto un discorso sull'AI al G7 a Borgo Egnazia, in Puglia, definendo la nuova tecnologia "uno strumento affascinante e tremendo" (qui il discorso integrale). Papa Francesco ha riconosciuto le immense potenzialità di questo strumento, ma ne ha anche sottolineato i rischi, in particolare quando si tratta di decisioni che impattano direttamente sulla vita umana.
Innanzitutto, il Papa ha collocato l'AI nell'ambito della storia umana in qualità di strumento tecnologico, esattamente come lo sono stati il coltello, la ruota, le armi e internet. Successivamente, però, ne ha anche riconosciuto l'unicità:
L’intelligenza artificiale, però, è uno strumento ancora più complesso. Direi quasi che si tratta di uno strumento sui generis. Così, mentre l’uso di un utensile semplice (come il coltello) è sotto il controllo dell’essere umano che lo utilizza e solo da quest’ultimo dipende un suo buon uso, l’intelligenza artificiale, invece, può adattarsi autonomamente al compito che le viene assegnato e, se progettata con questa modalità, operare scelte indipendenti dall’essere umano per raggiungere l’obiettivo prefissato.
Vista l'incredibile potenzialità dell'AI, secondo il pontefice "abbiamo bisogno di garantire e tutelare uno spazio di controllo significativo dell’essere umano sul processo di scelta dei programmi di intelligenza artificiale: ne va della stessa dignità umana." La conclusione di Papa Francesco è che l'AI rimane comunque uno strumento tecnologico nelle mani dell'uomo, se pur potente e incredibile, e pertanto è necessario controllarlo attraverso una "sana politica":
Il Papa al G7 (Reuters)Questo è proprio il caso dell’intelligenza artificiale. Spetta ad ognuno farne buon uso e spetta alla politica creare le condizioni perché un tale buon uso sia possibile e fruttuoso.
L'amore sacro e l'amor profano
Il Papa ha dunque assunto il ruolo di leader nel dibattito etico sull'AI. Non è un dettaglio scontato: la Chiesa è tradizionalmente associata alla demistificazione del progresso e delle teorie scientifiche (si pensi al rogo di Giordano Bruno o al processo di Galilei). Come è riuscito il Vaticano a conquistare tale posizione di rilievo nell'etica dell'AI? Il connubio tra religione e scienza è stato possibile grazie ad una figura chiave: il Rev. Paolo Benanti.
Francescano, ingegnere e teologo morale, Benanti è diventato il principale esperto di AI in Vaticano e, dunque, consigliere di Papa Francesco, fino ad essere nominato membro dell'Advisory Body on Artificial Intelligence delle Nazioni Unite. Il teologo ha coniato il neologismo "algoretica" (secondo l'Accademia della Crusca, lo "studio dei problemi e dei risvolti etici connessi all’applicazione degli algoritmi"), portando all'attenzione del Vaticano la sfida etica dell'AI. Un suo discorso sull'etica dell'intelligenza artificiale del 2018 ha catturato l'attenzione di Microsoft, dando il via ad una frequentazione che avrebbe portato a sviluppi significativi.
Il dialogo avviato da Benanti ha infatti portato all'incontro tra Papa Francesco e Brad Smith, presidente di Microsoft, nel febbraio 2019. Durante l'incontro, il Papa ha esortato Smith a "rimanere umani" nello sviluppo dell'AI, un messaggio che ha avuto un impatto significativo sulle politiche di Microsoft in materia.
Lo scambio ha gettato le basi per la "Rome Call for AI Ethics", firmata nel 2020 dal Vaticano, Microsoft e IBM. Il documento promuove un approccio etico allo sviluppo dell'AI basato su sei principi: trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità, affidabilità e sicurezza. L'iniziativa ha rapidamente guadagnato terreno, influenzando le discussioni del G7 sullo sviluppo di un codice di condotta per l'AI.
Grazie a questo percorso, il Vaticano ha saputo sfruttare la sua posizione di istituzione globale e transculturale per porsi come mediatore tra diverse visioni etiche. L'approccio di Papa Francesco, che enfatizza la dignità umana e il bene comune, ha quindi trovato terreno fertile in un'epoca in cui le implicazioni etiche dell'AI sono al centro del dibattito pubblico.
Fonte: Washington Post