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Come le big tech "acquisiscono" startup senza comprarle

pesce grande mangia il piccolo

Il mercato dell'AI è grande, variopinto, lussureggiante, multisettoriale e in rapida espansione. In questo articolo ne abbiamo tratteggiato i confini ed elencato i settori che lo compongono insieme ai relativi protagonisti e azioni (semiconduttori, saas, cloud, cybersecurity). L'euforia generale ha chiaramente reso questo mercato alquanto competitivo e pieno di sorprese. I colossi tech, per esempio, stanno adottando strategie creative per accaparrarsi i migliori talenti del settore: Google, Microsoft e Amazon stanno guidando questa tendenza con mosse che sembrano acquisizioni, ma che tecnicamente non lo sono. Vediamo insieme come stanno ridefinendo le regole del gioco.

La nuova frontiera del talent acquisition

Secondo un recente articolo di CNBC, i giganti tech sono riusciti ad escogitare un metodo ingegnoso per attirare talenti dalle startup AI più promettenti senza effettivamente acquisire le aziende. Questa strategia permette loro di aggirare le regolamentazioni antitrust, offrire un'exit alle startup in difficoltà e  al contempo assicurarsi le rare e preziose menti brillanti (necessarie nella corsa all'AI).

Il caso Google-Character.ai

L'esempio più recente di questa tendenza è l'accordo tra Google e Character.ai, una startup fondata nel 2021 da Noam Shazeer e Daniel De Freitas, due ex ingegneri di Google. L'azienda si è rapidamente affermata come uno dei player più innovativi nel campo dell'intelligenza artificiale conversazionale. Character.ai utilizza modelli linguistici avanzati (LLM) per permettere agli utenti di creare e interagire con chatbot personalizzati. In breve, gli utenti possono dar vita a "personaggi" basati su figure storiche, personaggi di fantasia o persino versioni idealizzate di se stessi.

Nonostante la sua giovane età, Character.ai ha raggiunto una valutazione di 1 miliardo di dollari durante il boom dell'AI del 2023, pur non generando ancora ricavi. L'azienda stava considerando l'introduzione di un servizio in abbonamento come futura fonte di guadagno. 

In una mossa che ha fatto alzare più di un sopracciglio, Google ha stretto un patto che ha permesso di assumere all'interno della divisione DeepMind Shazeer, De Freitas e alcuni membri del team di ricerca di Character.ai (oltre il 20% della forza lavoro della startup) e ottenere la licenza non esclusiva per la tecnologia sviluppata. L'accordo prevede inoltre maggiori finanziamenti  a Character.ai per continuare a crescere e concentrarsi sullo sviluppo di prodotti AI personalizzati.

La partnership ha permesso a Google di rafforzare la propria posizione nel settore dell'AI conversazionale. 

Tutto questo senza tecnicamente "acquisire" l'azienda. 

Microsoft e Amazon 

Google non è stata la prima a giocare questa carta. Microsoft ha aperto le danze con un accordo simile con Inflection, seguito a ruota da Amazon e la sua "pseudo-acquisizione" di Adept

A marzo 2024 Microsoft ha infatti assunto Mustafa Suleyman, co-fondatore di Inflection, come CEO di Microsoft AI; ed ha anche acquisito gran parte del personale di Inflection, una mossa che ha attirato l'attenzione dell'autorità per la concorrenza del Regno Unito (CMA). Adesso, l'ente regolatore sta valutando se questa massiccia assunzione di talenti possa essere considerata una fusione de facto, sollevando questioni sul confine tra acquisizione di talenti e fusioni aziendali.

A giugno 2024 Amazon ha invece assunto David Luan, CEO e co-fondatore di Adept, insieme ad altri membri chiave del team. L'accordo va oltre le semplici assunzioni: Amazon ha ottenuto una licenza non esclusiva per la tecnologia di Adept, che include modelli AI e dataset. Questa partnership strategica mira ad accelerare lo sviluppo di agenti digitali per l'automazione dei flussi di lavoro software, un'area di crescente importanza per Amazon.


Ovviamente, queste mosse di pseudo-acquisizione hanno i loro lati negativi e sollevano più di una questione:
qual è l'impatto di queste "acquisizioni velate" sull'ecosistema delle startup AI? 

Con i migliori cervelli che confluiscono verso i giganti tech, c'è il rischio che il potere si concentri ulteriormente nelle mani di pochi e che l'innovazione indipendente soffochi

Ecco un video per approfondire la notizia

Fonte: CNBC,
Sul caso Google-Character.ai
Sul caso Microsoft-Inflection
Sul caso Amazon-Adept