Quando la realtà supera l'AI (e la fantasia)
La foto vincitrice della categoria AI del concorso fotografico "1839 Awards" è in realtà vera. Dopo la premiazione, l'autore dello scatto ha rivelato l'inganno: "Questo esperimento ha confermato la mia ipotesi: non c'è nulla di più fantastico e creativo di Madre Natura stessa".
L'AI è il centro nevralgico della rivoluzione attualmente in atto in ogni ambito della creatività umana: scrittura, immagini, creazione di video, musica (si veda questo articolo), e naturalmente anche fotografia. Basta un rapido giro su Facebook per imbattersi in innumerevoli foto generate con AI spacciate per realtà. Al momento, la maggioranza delle fotografie artificiali è più o meno facilmente riconoscibile, ma è probabile che con il rapidissimo avanzamento tecnologico l'AI riuscirà presto a colmare il divario tra finzione e realtà. Tuttavia, il fotografo Miles Astray è riuscito a dimostrare che la realtà può ancora "superare l'AI (e la fantasia)", come direbbe un Pirandello dei giorni nostri.
La fotografia
La foto in questione è lo scatto denominato "Flamingone" del fotografo Miles Astray, vincitore di due premi nella categoria "AI" dei prestigiosi 1839 Awards: medaglia di bronzo nel voto della giuria e d'oro nel voto del pubblico. Si noti l'alto profilo della giuria, che si avvale di nomi di spicco tra cui rappresentanti di The New York Times, Christie's e Getty Images, a riprova della bravura del fotografo."Flamingone" ritrae un fenicottero senza collo né testa, dunque formato da una soffice palla di piume rosa da cui fuoriescono due zampe bislunghe, esili e palmate. Il titolo è un gioco di parole tra Flamingo (fenicottero) e gone (sparito, andato via).
Il colpo di scena? Quella che era stata candidata come una fotografia artificiale è in realtà uno scatto reale, immortalato da Miles Astray nel 2022 su una spiaggia di Aruba popolata da fenicotteri liberi. L'angolazione insolita dello scatto crea l'illusione ottica per la quale l'esemplare di fenicottero - probabilmente intento a grattarsi con il becco - sembra essere privo di collo e testa.
Il dibattito
Il gesto provocatorio di Astray aveva l'obiettivo di mettere in evidenza i limiti attuali dell'AI rispetto alla creatività della natura. Lo ha dichiarato l'autore stesso ad Android Authority:
"Naturalmente mi sento in colpa per aver ingannato la giuria, ma penso che sia composta da professionisti che capiscono che questo scherzo e le sue implicazioni etiche siano più importanti delle implicazioni etiche dell'inganno allo spettatore, il che, ovviamente, è ironico perché è proprio questo che fa l'AI. Sono felice di vedere che questo esperimento abbia confermato la mia ipotesi: non c'è nulla di più fantastico e creativo di Madre Natura stessa. Non demonizzo la nuova tecnologia e ne vedo il potenziale, ma attualmente ne vedo ancora più chiaramente i limiti e i pericoli.
L'esperimento ha sollevato un vespaio mediatico, tanto da costringere gli organizzatori del concorso a rivedere la classifica e riassegnare i premi della categoria AI. Dall'altra parte però, la polemica è servita a riaccendere il dibattito sull'impatto dell'AI nel mondo creativo, in particolare quello della fotografia. La direttrice dei 1839 Awards Lily Fierman ha manifestato apprezzamento per il gesto del fotografo: "Nessuno crede più di noi nel potere della fotografia. Speriamo che il gesto porterà consapevolezza (e un segnale di speranza) ai fotografi preoccupati per l'AI". E in effetti, questo caso solleva interessanti riflessioni sulla necessità di regolamentare l'uso dell'AI nei concorsi creativi e definire criteri chiari per garantire equità e trasparenza. Allo stesso tempo, ricorda come l'occhio umano e la visione artistica rimangano ancora insostituibili, nonostante i progressi tecnologici.
Il precedente: l'AI vince un concorso per fotografie reali
Il caso di "Flamingone" può essere collegato ad un episodio diametralmente opposto verificatosi l'anno scorso ai Sony World Photography Awards. L'artista tedesco Boris Eldagsen ha infatti vinto la categoria «Creatività» della sezione Open con un'immagine che, come ha rivelato in seguito, è stata realizzata con l'aiuto dell'intelligenza artificiale:
«È la prima immagine generata dall'intelligenza artificiale a vincere in un concorso fotografico internazionale prestigioso. Quanti di voi lo avevano capito o sospettato? Qualcosa non quadra, vero? Le immagini create con AI e la fotografia non dovrebbero competere nello stesso premio. Sono entità diverse. L'intelligenza artificiale non è fotografia. Pertanto, non accetterò il premio»
L'AI è una risorsa potente e in rapida evoluzione. Nonostante ciò, la creatività della natura e il talento di un bravo fotografo possono ancora superare gli algoritmi generativi. Il caso di "Flamingone" è un monito che ricorda di non sottovalutare le potenzialità umane in un'epoca di rapidi cambiamenti tecnologici, nella speranza che questo non sia l'ultimo "canto del cigno" (anzi, del fenicottero) della fotografia tradizionale.
Fonte: Android Authority