Quali sono i paesi più preparati all'AI?
I paesi più preparati all'intelligenza artificiale: la mappa globale
L'AI sta rivoluzionando l'economia globale, ma non tutti i paesi sono ugualmente pronti ad accoglierla. È quanto emerge da un recente studio del Fondo Monetario Internazionale (FMI), che ha elaborato un nuovo "indice di preparazione all'AI" (AI Preparedness Index) per studiare la preparazione di 174 paesi rispetto alle nuove tecnologie.
La mappa interattiva pubblicata dal FMI illustra chiaramente le disparità globali nella preparazione all'AI. Il punteggio assegnato a ogni paese oscilla tra 0 e 1 e valuta i seguenti fattori chiave: infrastruttura digitale, capitale umano e politica del lavoro, innovazione, integrazione economica e quadro normativo.
Fonte: FMII paesi più preparati all'AI
Sorprendentemente, la prima posizione non è ricoperta dagli Stati Uniti, che sono terzi (0,77), ma da Singapore (0,8), seguito dalla Danimarca (0,78) e, dopo gli USA, dal resto del Nord Europa: Paesi Bassi, Estonia, Finlandia, Svizzera, Germania, Svezia. Giappone e Corea del Sud guidano l'Asia ed Israele il Medio Oriente con 0,73 punti. L'Italia si attesta nella parte alta della classifica, anche se con un punteggio di 0,62, inferiore alle vicine Spagna (0,65) e Francia (0,7). Tale differenza sembra essere principalmente dovuta alla carenza dell'Italia nel capitale umano e nella politica del lavoro. La Cina, principale rivale degli USA nella corsa all'AI, ottiene "solo" un punteggio di 0,62, insieme a Malesia e Taiwan.
Fonte: FMIL'AI e il solito problema del divario digitale
La mappa evidenzia un netto divario tra le economie avanzate, le economie emergenti e quelle a basso reddito. L'Africa e gran parte dell'Asia meridionale mostrano livelli di preparazione molto bassi, con rare eccezioni come il Sudafrica. La mappa, dunque, si pone in una condizione di perfetta coerenza e continuità con il divario tecnologico ed economico già presente tra paesi avanzati e quelli in via di sviluppo; fenomeno conosciuto col nome di Digital Divide (si vedano i dati risalenti al gennaio 2024 sulla connessione ad internet dei paesi del mondo di DataReportal).
Fonte: DataReportalIl rischio è che l'avvento dell'AI potrebbe amplificare il gap tecnologico e le disuguaglianze economiche globali già esistenti.
Intelligenza artificiale e lavoro secondo il FMI
Secondo il FMI, l'AI ha è necessaria per incrementare produttività e crescita economica, ma comporta anche rischi significativi per l'occupazione. Nelle economie avanzate, il 33% dei posti di lavoro potrebbe essere a rischio contro il 24% delle economie emergenti e il 18% dei paesi a basso reddito. D'altra parte, l'AI potrebbe creare nuove opportunità lavorative (se non interi settori) e migliorare la produttività in molti campi.
Per mitigare gli effetti negativi, il FMI raccomanda ai paesi avanzati di potenziare le reti di protezione sociale, investire nella formazione dei lavoratori e regolamentare l'uso dell'IA. Le economie emergenti dovrebbero invece concentrarsi sul rafforzamento delle infrastrutture digitali e sulla formazione tecnologica.
La sfida principale sarà garantire che i benefici dell'AI siano distribuiti equamente, evitando di esacerbare ulteriormente le disuguaglianze globali. In quest'ottica, 123 paesi hanno recentemente firmato una risoluzione ONU per favorire l'accesso alle tecnologie IA più avanzate.
Recentemente, 123 paesi hanno firmato una risoluzione ONU (la prima sull'AI!) per favorire l'accesso globale alle tecnologie più avanzate, un passo importante verso una migliore consapevolezza sull'AI. Tuttavia, è probabile che la risoluzione da sola non sia sufficiente per iniziare ad appiattire il divario digitale.
Fonti:
Fondo Monetario Internazionale
"Chart of the Week" (25 giugno 2024)
DataReportal (Uso di Internet nel 2024)
Ricerca del FMI sul futuro del lavoro