Investire nell'AI: come distinguere tra euforia e opportunità
L'intelligenza artificiale generativa sta scatenando un'ondata di entusiasmo e di aspettative senza precedenti. Strumenti come ChatGPT di OpenAI stanno spingendo aziende e investitori ad abbracciare in massa questa nuova tecnologia, facendo schizzare alle stelle le quotazioni azionarie dei colossi del settore (in questo articolo abbiamo elencato i migliori fondi sull'AI). OpenAI ha dichiarato che che gli utenti settimanali di Chat GPT all'inizio del 2024 erano pari a 100 milioni (fra questi figura il 92% delle aziende nella lista Fortune 500).
Ma c'è il rischio che l'hype stia deformando la realtà? Gli esperti di Capital Group invitano a discernere tra l'euforia ed effettive opportunità di business. Nonostante sia difficile quantificare le dimensioni del mercato della gen AI, le stime più accreditate prevedono un impatto da capogiro sull'economia globale, con incrementi del PIL potenzialmente fino al 7%. Il che è comprensibile: L'avvento degli smartphone, che hanno unito la tecnologia di internet a quella dei telefoni cellulari, ha permesso la creazione di modelli di business prima impensabili come le miriadi di aziende basate su applicazioni (Uber, Vinted, Zalando e così via). L'AI invece può intrecciarsi con ogni altra tecnologia e attività umana in generale: fare anche soltanto una stima delle sue possibili applicazioni è impossibile (si veda, per esempio, l'impatto dell'AI nella rinascita del Cloud computing dopo la pandemia).
Tuttavia, l'AI non è solo una promessa del futuro: le aziende all'avanguardia stanno la stanno già implementando nei loro processi produttivi per coglierne i vantaggi in termini di efficienza, produttività e innovazione. Ecco alcuni esempi concreti dei primi utilizzi dell'AI generativa:
- Scoperte scientifiche e mediche accelerate grazie all'elaborazione istantanea di enormi database di conoscenze.
- Sviluppo di nuovi prodotti e servizi in tempi record, come fragranze, gadget per la realtà aumentata e strumenti di assistenza per le emissioni di CO2 (si veda questo articolo per le applicazioni ambientali dell'AI).
- Automazione industriale e robotica avanzata, con robot "umanoidi" in grado di interagire e collaborare con gli esseri umani.
- Servizi IT di qualità superiore, come la valutazione dei contenuti generati dall'IA per rilevare imprecisioni o informazioni fuorvianti.
Gli investitori dovrebbero concentrarsi sugli early adopter capaci di sfruttare questa tecnologia per un vantaggio competitivo. Aspetti cruciali da monitorare saranno il calo dei costi di adozione, i progressi nel perfezionamento degli LLM e le applicazioni innovative che si moltiplicheranno trasversalmente all'adozione dell'AI.
Un rapporto del Wall Street Journal stima che le aziende di tutto il mondo hanno investito 19,4 miliardi di dollari nel 2023 per integrare l'AI nei loro processi. Anche se molte aziende sono in fase di sperimentazione, l'AI ha il potenziale per creare enormi aumenti di produttività, efficienza e riduzioni dei costi. Va da sé che lo scenario italiano è molto meno competitivo, dal momento che si trova ancora nelle fasi embrionali dell'adozione tecnologica. In un panorama in rapida evoluzione, per gli investitori attivi è necessario dunque individuare e cogliere al volo le opportunità più promettenti.
Infine, mentre i titoli dei giornali parlano di disoccupazione di massa e perdita di posti di lavoro, il 95% delle aziende che ha adottato l'AI non ha registrato alcuna perdita di posti di lavoro e il 65% nessuna perdita di attività. Piuttosto che temere scenari apocalittici in cui l'AI "ci ruberà il lavoro", conviene individuare le aziende leader dell'integrazione virtuosa dell'AI per alimentare un circolo di innovazione continua.
Fonte: Capital Group